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C.Castello. Famiglia laziale intossicata dai funghi in altotevere.

C.Castello. Una famiglia della provincia di Viterbo è rimasta intossicata dopo aver mangiato funghi. Sembra che tra quelli consumati ci fosse stata anche la "terribile" amanite falloide.
L’amanite falloide colpisce ancora. Marito e moglie in prognosi riservata nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Città di Castello dopo aver mangiato il fungo più pericoloso per eccellenza, un’amica ricoverata nell’ospedale di Bibbiena. Domenica mattina verso le 6,30, nei pressi di Badia Tedalda, dove la coppia, originaria del posto ma residente nel viterbese, ha una proprietà, il gruppo di amici era uscito per la raccolta di funghi. Da qualche giorno avevano raggiunto la località aretina per un breve soggiorno da trascorrere assieme ad un’altra coppia di coniugi. Tutti e quattro, in età compresa tra i 45 e i 50 anni, erano usciti ed avevano fatto un buon raccolto tanto da cucinarne una significativa quantità per la cena. Uno dei commensali non aveva gradito il sapore di quei prodotti e aveva preferito mangiar altro. Tuttavia prima di mettersi a tavola avevano donato ad un vicino di casa un paniere con sei funghi che all’apparenza sembravano i pregiatissimi ovuli. All’alba di ieri mattina i tre laziali hanno iniziato ad avvertire degli strani sintomi con forti dolori all’addome. Si recano immediatamente all’ospedale di Sansepolcro dove sono stati sottoposti a lavanda gastrica. Marito e moglie sono ora ricoverati in prognosi riservata presso l’ospedale di Città di Castello. L’amica della coppia è la prima ad essere trasferita in un ospedale più specializzato, quello di Bibbiena. Le prossime ore saranno dunque decisive per stabilire le condizioni dei tre intossicati dato che, se hanno mangiato il terribile fungo, questo possiede una tossina a lento rilascio che inibisce le funzioni vitali non nell’immediato.
Città di Castello/Umbertide
31/10/2006 08:25
Redazione
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