Era attesa l'udienza in programma nell’ufficio di competenza della Usl Umbria 1 per il procedimento disciplinare a carico delle tre infermiere dell’ospedale di Gubbio - Gualdo Tadino per quanto avvenuto in un corridoio del Pronto Soccorso la sera dello scorso 15 maggio.
Le infermiere, al termine dell’orario lavorativo, avevano improvvisato una "corsa" con un piccolo cero e un’immagine fotografica ha ritratto quel momento, rimbalzando sui social e sui media. Da lì una serie di reazioni, anche istituzionali, dapprima negative poi quando si è profilata l'ipotesi di una sanzione, trasformatesi in una valanga di attestati di solidarietà a sostegno delle tre operatrici.
A difendere il loro operato l'avvocato Ubaldo Minelli che è comparso insieme a loro di fronte al collegio di disciplina (composto dai dottori Silvestri, Ranieri e Draghi). Il legale ha richiamato le peculiarità del gesto, il fatto che sia stato messo in atto per pochi secondi, quando non c'erano pazienti e alla fine del turno, dopo aver sanificato lo stesso cero, senza contare i tanti casi di infermieri che proprio in periodo di emergenza hanno attuato flash mob simbolici.
Minelli ha portato a conforto della sua posizione anche le 3.000 firme raccolte, foto, attestati, note riguardanti i curricula professionali inappuntabili delle 3 infermiere, lettere e relazioni di medici, come Sbordone o Radicchia.
La commissione si è riservata di decidere se procedere con ulteriori approfondimenti istruttori o ritenere sufficiente il materiale prodotto ed emettere il provvedimento finale. Il tutto dovrà avvenire entro 4 mesi, cioè entro il 19 settembre.
Anche il sindaco di Gubbio Filippo Stirati oggi aveva preso posizione sul tema, sottolineando anzitutto “un pieno rispetto dei ruoli e dei livelli istituzionali” ma richiamando nel contempo “pur senza alcuno sconfinamento di competenza, un antico ammonimento rinnovato di Cicerone, che suggeriva, nei confronti di qualunque decisione di carattere giuridico, di evitare il summum ius e la summa iniuria. Il senso - sottolinea Stirati - è che una giustizia ferrea, o meglio ancora una applicazione esasperata del diritto, può provocare una somma ingiustizia. Certe vicende – ha concluso - credo vadano sempre contestualizzate, e ricondotte alla loro precisa natura”.
Gubbio/Gualdo Tadino
26/06/2020 09:47
Redazione