Sembrano arrivare buone notizie per Kameleddine Haj Mabrouk, 22enne tunisino ma residente a Città Di castello sin da bambino che da domenica 10 Agosto ha fatto perdere le sue tracce mentre era in vacanza in Giordania, ad Aqaba, non molto distante da Israele e da un frammento della Cisgordania. Dalle comunicazioni arrivate alla famiglia difatti, il giovane, che sarebbe dovuto tornare in Italia martedi 12, era stato perquisito dalle autorità del luogo restando in stato di fermo senza poter più avere accesso a pc e cellulare. Le oltre 72 ore senza aver ricevuto comunicazioni ha indotto la famiglia a prendere contatti con ambasciate e Farnesina e, dopo alcune versioni discordanti tra loro, nelle ultime ore il Consolato ha riferito alla famiglia che Kameleddine sarebbe stato rilasciato dalle autorità giordane. Sembrerebbe che il fermo sia stato causato non dai controlli fatti su computer e telefono e dall'appartenza a gruppi Telegram solidali al popolo palestinese ma dal fatto che, essendo cittadino tunisino e peralto neo laureato al Politecnico di Torino, parlava fluentemente inglese e italiano a differenza dell'arabo. Questo perchè Kameleddine è cresciuto a Città di Castello parlando inglese e italiano e l'arabo lo ha imparato quando era già in età adolescenziale. Una proprietà linguistica che avrebbe insospettito le autorità a tal punto da prolungare lo stato di fermo, su cui si avranno maggiori dettagli sentendo la versione del 22enne. Intanto la famiglia, che nel momento in cui scriviamo non è ancora riuscita a comunicare con il giovane, lo aspetta in Alto Tevere e la speranza e che Kameleddine possa tornare dalla Giordania all'aeroporto di Fiumicino già nella giornata di domani.