“Siete arrivati fin quassù per Sant’Ubaldo non per voi stessi, è questo il valore della Festa.” Il vescovo di Gubbio monsignor Luciano Paolucci Bedini ha salutato così i ceraioli che la sera del 15 maggio sono arrivati in Basilica omaggiando il patrono con i loro Ceri, portati a spalla come da secolare tradizione in una corsa frenetica, adrenalinica che il prelato ha ricordato essere finalizzata a lui, a Ubaldo Baldassini morto nel 1160, ma vivo nel cuore di ogni eugubino.
E mentre la processione dei Santi, lenta e maestosa, sulle note di “O lume della fede”, riportava le statue dei tre protettori dei Ceri dal monte alla città per attendere lì, nella chiesetta dei Muratori un altro anno prima di tornare a svettare in cima alle macchine lignee, c’era in ogni ceraiolo la consapevolezza di aver portato a termine una Corsa perfetta, condotta, dalla Calata dei Neri fino al Portone di Sant’Ubaldo, senza cadute, senza sbavature, con quello spirito “hilariter” che la storia, scritta nella bolla di Papa Celestino III nel 1192, le assegna.
Dopo una mattina intesa che aveva visto in Piazza Grande l’alzata dei Ceri, condotta alla perfezione dai tre capodieci Corrado Fumanti per Sant’Ubaldo, Euro Bellucci per San Giorgio, Riccardo Martiri per Sant’Antonio, il pomeriggio alle ore 18 ha regalato come sempre due ore di emozione pura. Nei 4 tratti in cui si articola la corsa, i ceraioli attenti e svelti nei cambi sotto la stanga, hanno condotto i Ceri senza incertezze significative fino al Monte Ingino, con momenti di assoluta perfezione come nelle girate della sera in Piazza Grande.
Si ricorderà molto negli annali ceraioli di questo 2023: i capitani estratti per il 2025 Fabio Latini primo capitano e Oliviero Baldelli secondo capitano; la novità della foto di gruppo dei Santantoniari scattata al teatro romano, una visione d’insieme da togliere il fiato; il commovente tributo, durante la mostra, alla figura del compianto Giampietro Rampini che non ha fatto distinzioni nel colore delle camicie ceraiole: gialle, azzurre e nere, tutte hanno reso omaggio alla sua memoria; il ritorno, dopo gli anni del Covid, della “tavola bona”.
Anche il meteo è stato clemente, minacciando pioggia per tutto il pomeriggio, ma di fatto risparmiandola fino a sera, un omaggio anche questo ai Ceri di Gubbio o una casualità delle correnti in atmosfera o una protezione benevola del Santo: ognuno interpreterà secondo la propria sensibilità. L’appuntamento ora è al prossimo anno.
Gubbio/Gualdo Tadino
16/05/2023 09:10
Redazione