E’ uscito dal carcere di Perugia dopo 14 giorni esatti il campano ventiseienne, accusato di tentato omicidio, per aver ridotto in fin di vita il fratello, infierendo su di lui con ben 22 colpi di machete. Il gip del tribunale di Perugia Claudia Matteini ha accolto l’istanza di scarcerazione presentata dal difensore del giovane, l’avvocato Aurelio Pugliese, disponendo la misura cautelare degli arresti domiciliari, che il campano dovrà scontare presso la propria abitazione nel Comune di Torre Annunziata. Ha lasciato il carcere perugino di Capanne ed è dunque tornato dai luoghi da dove era emigrato, insieme al fratello più grande, in cerca di fortuna. E’ tornato in Campania con sulle spalle un pesante carico penale. Intanto il fratello maggiore, vittima del suo inspiegabile gesto omicida, sembra avergli accordato il suo perdono. Indagato dalla Procura di Perugia, il campano dovrà chiarire i motivi che lo hanno spinto a scagliarsi contro il fratello brandendo un affilato machete con una lama di oltre 33 centimetri. Ancora impressa nella retina di tutti, come un fotogramma indelebile, la tragedia. Al civico cinque di via Monti Martani a Foligno, area residenziale nei pressi di viale Firenze, nella notte tra il 28 e il 29 luglio, poco dopo le 2,30, si sarebbe scatenato l’inferno. Urla disperate e richieste d’aiuto, un rumore fondo e diffuso, di mobili spostati o urtati, tracce di colluttazione e violenza. Poi più niente: il silenzio della tragedia. Una quiete irreale, allarmante. Quando, allertati dai vicini, sono giunti sul luogo i carabinieri della compagnia di Foligno, al comando del capitano Alessandro Barone, lo scenario che si è loro parato di fronte era a dir poco agghiacciante. Riverso sul pavimento del pianerottolo, al centro di una larga pozza di sangue, giaceva il giovane accoltellato, apparentemente privo di vita. Trasportato d’urgenza all’ospedale San Giovanni Battista di Foligno, è stato immediatamente sottoposto ad un intervento chirurgico di oltre cinque ore. Nascosto nel garage al piano inferiore dell’abitazione l’aggressore, preda del raptus omicida. Restano ancora da chiarire, a due settimane dai fatti, i motivi del gesto, anche se sembrerebbero afferenti alla sfera privata dei due e presumibilmente legati al mondo della tossicodipendenza. Quale che sia stata la ragione del tentato omicidio, resta il fatto, incontrovertibile, di un giovane accecato dall’ira che, dopo aver inferto 22 coltellate al fratello, torna a casa.
Foligno/Spoleto
13/08/2006 12:22
Redazione