Foligno: studenti e rapinatori, in manette baby-banditi

Hanno un nome e un volto i rapinatori delle tabaccherie folignati. Ieri mattina, poco dopo le sette, gli uomini del commissariato di Foligno, al comando del vicequestore aggiunto Bruno Antonini, si sono presentati a casa di due minorenni e con un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal procuratore minorile Giovanni Rossi hanno fatto irruzione a casa di P.B., sedici anni, e del suo complice, F.E., diciassette anni, contestando loro la rapina aggravata e continuata in concorso, il furto, incendio e danneggiamento di un’autovettura, il proto abusivo d'arma. La Procura perugina di via Martiri dei Lager al più giovane dei due ha anche contestato l’estorsione in relazione a vari episodi, consumatisi nell’arco di tre mesi (dal mese di settembre a quello di dicembre del 2006) ai danni di una giovane di 18 anni, ex fidanzata dell’estorsore, minacciata di violenza se non avesse tirato fuori il denaro che lui le aveva chiesto. Sembra che tra il sedicenne e la diciottenne fosse intercorsa una relazione, poi interrottasi per volere dei genitori di lei. Riallacciati clandestinamente i rapporti con l’ex, malvisto dalla sua famiglia, la giovane sarebbe stata poi vittima di minacce da parte del fidanzato molesto che le avrebbe detto di voler rivelare la liaison ai genitori se non avesse provveduto a sborsare denaro contante. La giovane nel giro di tre mesi, aveva dunque tirato fuori qualcosa come 5.000 euro, rubando il denaro ai genitori. I due minorenni, nei confronti dei quali la Procura potrebbe anche disporre un provvedimento che miri al recupero e alla riabilitazione, sarebbero responsabili della rapina ai danni del supermercato Hurrà (consumatasi il 24 ottobre del 2006, nel corso della quale avrebbero anche rubato e dato alle fiamme una vettura) e una tentata rapina alla tabaccheria di via XVI giugno. Elementi indiziari farebbero supporre che i due possano aver partecipato anche ad altre due rapine ai danni di tabaccherie del centro cittadino di Foligno. Entrambi sarebbero assuntori abituali di sostanze stupefacenti, droghe sintetiche del sabato sera come pasticche di ecstasy ma anche cocaina e marijuana. Proprio la loro condizione di dipendenza potrebbe aver determinato la necessità di reperire contante per pagare debiti contratti con gli spacciatori per l’acquisto della droga. Oltre allo stupefacente, il bottino delle rapine finiva immancabilmente per l’acquisto di beni voluttuari come telefonini di ultima generazione e oggetti simili.