Non era un foro ma un’area sacra. Questa la principale novità emersa dalla quinta campagna di scavi presso l’area della Guastuglia di Gubbio, condotta dal prof. Gianluca Grassigli dell’Università di Perugia con 25 ragazzi del corso di laurea in archeologia, in stretta collaborazione con il Comune e la Soprintendenza. “Abbiamo rinvenuto un santuario – spiega Grassigli ai microfoni del Trg Sera – per il momento è in superficie solo l’area antistante della piazza, ma anche un piccolo sacello pavimentato con cocciopesto e pareti intonacate destinato ad accogliere la statua della divinità, di cui non è possibile indicare il nome”.
A cinque anni di scavi successivi è tempo di parlare anche di valorizzazione dell’area sino ad oggi sottoposta a scavi di studio e successivi rinterri per proteggere il trovato. Non ci sono finanziamenti per la creazione di parco archeologico, la Soprintendenza può progettarlo ma resta da trovare un mecenate. In attesa di trovarlo, il confronto aperto con il comune, rappresentato ieri mattina dal vice sindaco Maria Clara Pascolini, ha già prodotto i primi risultati che riguardano i reperti archeologici provenienti dalla Guastuglia, ma non solo, esposti a Palazzo Ducale per i quali il Maggio Eugubino aveva chiesto la definitiva restituzione alla città. “Questi oggetti debbono rimanere a Gubbio – annuncia la dottoressa Mariarosaria Salvatore (nella foto in alto) della Soprintendenza archeologica dell’Umbria – stiamo valutando d’intesa con il Comune la possibilità di conservarli in un luogo fisso. Non dico che sarà un museo, Gubbio ne ha già uno, ma di una sala dove possano essere consultati dagli eugubini a cui appartengono”.