Non sarà una carica semplice quella che i sindaci dell’Alta Umbria al gran completo hanno ritagliato addosso al primo cittadino di Città di Castello Fernanda Cecchini, nominandola all’unanimità presidente dell’Ato 1 nella riunione tenutasi a Gubbio. Un ruolo non semplice, dicevamo, il suo, chiamata ad uniformare territori diversissimi tra di loro che parlano di economie e strutture diverse, dal tabacco alla ceramica, che tuttavia sono uniti quanto meno dai problemi. Due quelli da affrontare subito, facce diverse infondo della stessa medaglia: il primo si chiama indipendenza da Perugia con rivendicazione di una ben definita sebbene non ancora trovata identità, aspetto questo di fatto atavico; l’altro, più imminente eppur collegato al primo, si chiama rifiuti. L’incontro eugubino su quest’ultimo tema una cosa l’ha messa ben in chiaro: i rifiuti, che da adesso in poi i comuni di Tevere e Chiascio gestiscono insieme, dovranno essere smaltiti nel territorio dell’Alta Umbria e non a Ponte Rio come è stato paventato, ma nel frattempo è stato altrettanto chiaro che se per la discarica di Belladanza nel tifernate c’è un futuro, Colognola nell’eugubino dovrà chiudere. Chi pagherà i costi di dismissione della discarica di Colognola? Il tema seppur affrontato in riunione sembrerebbe non aver avuto un’adeguata soluzione e forse, più che interessare l’intera Ato, sarà dibattuto su tavoli più snelli, più piccoli, più locali chiamati Alto Chiascio, colleghi comprensoriali piacendo. L’eventuale smaltimento a Belladanza non salverà i cittadini dell’Alta Umbria dall’altro grande tema del momento chiamato rincaro bollette: come accaduto per l’acqua, la comprensorialità si paga, ma la Cecchini rassicura, il divario dovrebbe essere contenuto