"Siamo onorati di avere tra noi la reliquia di Santa Rita, donna della pace e della riconciliazione. Lei che ha perdonato gli assassini del marito, dia anche a noi la forza di seguire il suo esempio": con queste parole un detenuto della casa di reclusione di Spoleto si è rivolto all'arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo che, nell'ambio delle celebrazioni per l'Anno santo della speranza, ha guidato alcuni momenti di preghiera nella cappella del penitenziario alla presenza della reliquia di Santa Rita giunta dal santuario di Roccaporena di Cascia (un frammento osseo, incastonato in una pietra della Casa natale della Santa, ndr). Il presule era accompagnato don Cristoforo Maria Bialosaw, pro rettore del Santuario di Roccaporena. "Grazie eccellenza per questo bel regalo: la reliquia di Santa Rita era un dono atteso da tanto tempo dai detenuti, che sono particolarmente devoti della Santa casciana", ha detto il cappellano del carcere padre Marco Antonio Maria Uras. Al momento di preghiera, una Liturgia della Parola che ha ripercorso le tappe salienti della vita di Rita, hanno preso parte anche la direttrice del carcere, Bernardina Di Mario, il comandante della polizia penitenziaria, Pierpaolo Milanese, alcuni agenti, i membri dell'equipe della Cappellania (Antonio Cuozzo ed Elisabetta Giovannetti), gli educatori del carcere e altri operatori della struttura. "Con gioia sono ancora qui in mezzo a voi", ha detto ai detenuti mons. Boccardo all'avvio della sua riflessione. "Vi ho portato la reliquia di Santa Rita: non è un amuleto ma un segno che rende presente l'insegnamento di coloro che ci hanno preceduto. Ma cosa dice a noi? Rita è stata una donna segnata da tanta sofferenza e da molte difficoltà. È riuscita però ad andare oltre ed ha ricercato il bene nonostante tutto. Ha messo in pratica ogni giorno l'insegnamento di S. Paolo ai Romani: fuggire il male e attaccarsi al bene, non farsi giustizia da soli, essere pazienti nelle tribolazioni. Tutti noi, sia chi vive in questa casa e chi fuori, dobbiamo lasciarci interpellare: purtroppo siamo attratti dal male, guardiamo gli altri con occhi cattivi, ci vendichiamo per il male ricevuto, aggiustiamo la verità secondo le convenienze. Rita, invece, ci insegna l'atteggiamento del cuore: l'uomo non vale per quello che compie al di fuori ma per quello che è dentro. Il passato appartiene alla misericordia di Dio, a noi spetta affrontare l'oggi. E allora, cari amici, vi esorto: con la mente e con il cuore uscite dal recinto del carcere e coltivate sentimenti buoni. Ciò dà valore alla persona ed offre un altro orizzonte alla vostra esistenza. Le limitazioni e il peso che vivete certo non vengono cancellati, ma è possibile costruire interiormente un uomo nuovo. Santa Rita non fa magie e i miracoli li fa solo il buon Dio. La sua preghiera, però, è potente presso il cuore del Padre: porta dinanzi a Lui tutto il subbuglio che abbiamo dentro e chiede il sorriso della misericordia e il dono della pace". Al termine del momento di preghiera, i detenuti si sono avvicinati singolarmente alla reliquia per una venerazione personale.
Foligno/Spoleto
14/11/2025 12:37
Redazione