Olio umbro: critiche dei produttori alla delibera della Regione

L' associazione ''Frantoi oleari'' della provincia di Perugia, che raggruppa circa 160 delle aziende di punta di questo settore, ha segnalato agli assessori regionali Carlo Liviantoni e Lamberto Bottini alcuni problemi contenutinella delibera regionale: ''Utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione e delle sanse umide dei frantoi oleari''. Il problema principale - riferisce un comunicato dell' associazione - e' che la delibera, fissa dei parametri eccessivamente rigidi e non utilizza i margini di flessibilita' che la normativa nazionale invece consentirebbe. Principale motivo della discordia sono le capacita' minime di stoccaggio delle acque, e delle sanse di risulta del processo di lavorazione delleolive. In base alla nuova normativa i frantoi dovranno dotarsi di vasche in cui stoccare le acque e le sanse nei giorni in cui il maltempo impedisce di distribuirle sul terreno. I frantoiani umbri - continua il comunicato - dovranno poter stoccare le acque corrispondenti a trenta giorni di lavorazione, per quelli toscani e quelli campani saranno sufficienti 15 giorni, mentre per i sardi basteranno appena otto giorni. I frantoi umbri dunque dovranno costruire vasche di capacita' doppia rispetto a quelli della Toscana, e sostenere i relativi costi, trovandosi in condizioni di evidente svantaggio competitivo rispetto ai colleghi delle altre regioni. Un altro problema - evidenzia la nota - riguarda il fatto che la determinazione regionale equipara le acque che vengono utilizzate per lavare le olive prima della molitura, alle acque di risulta del processo di molitura. Ma le olive - secondo l' associazione frantoi - al massimo possono essere sporche di terra e vengono lavate con sola acqua potabile. Non si capisce dunque perche' questo dovrebbe rappresentare una minaccia ambientale. Norme cosi' severe - continua l' associazione - sono pensate per impianti industriali di grandi dimensioni, non certo per le piccole imprese artigianali. Il rischio concreto che si presenta e' quello della progressiva ''industrializzazione'' dell' olio umbro. ''La tutela dei prodotti di qualita' - conclude la nota - del resto passa sicuramente anche dal mettere in condizione le aziende artigianali di sopravvivere''.