Ieri iniziata l'udienza preliminare per l'omicidio dell'avvocatessa Raffaella Presta uccisa a fucilate dal marito, reo confesso, il 25 novembre del 2015.
Francesco Rosi era in aula difeso da Laura Modena la quale ha detto: “ il mio assistito è disperato, ha capito l'enormità di quello che ha fatto”.
La prossima udienza è fissata il 19 dicembre ma già l'avvocatessa Modena ha annunciato che chiederà il rito abbreviato, condizionato o secco a seconda di come andranno gli adempimenti; in quella data Rosi sarà ascoltato.
In aula ieri anche i genitori di Raffaella che si sono costituiti parte civile assieme alla sorella della vittima, al figlio e a due associazioni a tutela delle donne come della Commissione Pari Opportunità regionale.
I parenti hanno chiesto il sequestro conservativo dei beni dell'uxoricida a garanzia del risarcimento del danno per ora quantificato, solo per il fronte morale, a 2 milioni e mezzo di euro.Il gup Alberto Avenoso si è riservato sul punto.
A sostenere la tesi dell'accusa dell'omicidio premeditato c'è il fatto che appena una settimana prima dell'omicidio Rosi aveva trasferito le sue proprietà al padre.
Altro aspetto a favore di questa tesi, per la difesa, la presenza del fucile sotto al letto matrimoniale, caricato.
Il giudice dovrà valutare anche questo aspetto assieme alle stampe di fotografie e di messaggi dei cellulari della copia che la difesa ha depositato. Tutti elementi che vogliono suffragare l'altra accusa rivolta all'uomo, quella dei maltrattamenti, freuenti e pesanti, sia psicologici che fisici.
Il padre di Raffaella ieri era in aula e ha dichiarato: “Se ha avuto la lucidità di ricaricare il fucile per sparae a mia filgia due volte ora si deve assumere le sue resposabilità”.
Perugia
03/12/2016 09:38
Redazione