E’ vicinissimo ancora nel tempo e nella memoria quel 1 ottobre dello scorso anno, quando intorno alla prima pietra di Branca si erano raccolti tutti i sindaci vecchi e nuovi del comprensorio eugubino – gualdese, insieme ai rappresentanti di varie istituzioni regionali e nazionali, in una sorta di convito festoso, da tempo atteso e per questo ancora più gradito, più emozionato, più caro, che salutava la prima pietra dell’ospedale di Branca. A solo cinque mesi da quella data, il nosocomio comprensoriale, tema di un incontro che si è tenuto a Gualdo Tadino, presso la sala consiliare, organizzato dai Democratici di Sinistra, è una realtà ancora più forte. E’ stato l’ingegnere Walter Tomassoli, del team di progettisti che seguono l’impresa, ad annunciare quello che in pochi avrebbero sperato, ovvero che a Branca il cantiere dell’ospedale ha già completato il 50% della struttura muraria, superando anche le difficoltà legate al maltempo, facendo sperare in una conclusione della restante struttura muraria entro giugno
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Realizzata la parte a valle, quella che ospita il pronto soccorso, l’area della diagnostica e della radiologia, dove confluiranno anche le nuove strumentazioni, come la tac e il mammografo digitale consegnati in questi giorni all’ospedale di Gubbio. Costruite anche le parti basse degli altri blocchi, fino a circa il terzo piano, quelle che ospiteranno i 30 ambulatori previsti, come anche le 90 stanze di ricovero , tra doppie e singole, che avranno bagno in camera e possibilità di ospitare un familiare del malato. Restano inìvece ancora solo in carta gli involucri esterni, quelli che prevedono finestre ampie e basse per consentire ai pazienti di vedere l’esterno anche dal letto, quelle che alternano vetro a mattoni per sposarsi con la campagna umbra, quelle che ingloberanno vere e proprie serre in ampi padiglioni interni comunicanti con un soffitto arboreo, un giardino pensile di fatto, che in una visione dall’alto farà quasi scomparire l’immobile di Branca. Restano sulla carta il parco giardino con laghetto e le varietà di piante autoctone facenti parte anch’essi del modello ideale dell’ospedale di Renzo Piano, pensati come lo spazio - natura che aiuterà psicologicamente il paziente a guarire. Mentre le mura di Branca si alzano repentine, si comincia a lavorare anche sul contenuto “medico e scientifico” dell’ospedale. Il direttore dell’Asl 1 Vincenzo Panella, presente al convegno, ha spiegato che proprio a metà marzo si sperimenterà la collaborazione fattiva tra le due strutture di Gubbio e Gualdo: l’equipe di ortopedia del nosocomio eugubino lavorerà al Calai, attuando quello spostamento di medici e professionisti, piuttosto che dei pazienti, così fortemente voluto dalla dirigenza sanitaria. Ad aprile, invece, a Gualdo via alla riunioni partecipative per ascoltare le esigenze del territorio e trasferire nel Pal il piano attuativo locale della legge regionale sulla sanità, siglato dall’Asl1 nell’ottobre 2004 e quindi non ancora comprensivo del gualdese. Spunti e commenti sono giunti nel corso del convegno anche da parte del coordinatore locale dei Ds Carlo Gubbini, così come dal dottor Massimiliano Bucari, responsabile Ds per la sanità nell’Alto Chiascio che ha anche avuto modo di ricordare la figura di Rolando Pinacoli, dal sindaco Angelo Scassellati e dall’assessore regionale alla sanità Maurizio Rosi
03/03/2005 18:45
Redazione