Sirci, la logistica viaggia sul mare

La risposta si chiama logistica. Specie se si tratta di tubi di grandi diametri e lunghezze. Così la Sirci spera di arginare la concorrenza della sempre più presente imprenditoria cinese sul mercato. In particolare l’azienda eugubina ha già pianificato un investimento pari a circa 2 milioni di euro per “sbarcare” su uno o più porti italiani. La nave infatti sembrerebbe essere il mezzo di trasporto ideale per i carichi molto voluminosi, e quindi utile anche per un’azienda come la Sirci, da anni impegnata nel settore delle tubature; l’unica però, in tutta Italia, a finanziare un tale investimento nella logistica. Il piano elaborato permetterebbe alla Sirci di esportare i suoi tubi in tutto il bacino del Mediterraneo, indirizzando il materiale prodotto verso i mercati emergenti del settore costruzioni. E se ad oggi il fatturato della Sirci (15 milioni di euro nel 2004) è concentrato per lo più in Italia (90%) il progetto portuale consentirebbe all’azienda di allargare il proprio raggio di azione, consolidando la presenza nei mercati esteri. Test di spedizione hanno già dimostrato come quella di potenziare i trasporti via mare risulti essere una soluzione positiva. In particolare la scelta più probabile sembrerebbe essere quella di Gioia Tauro in Calabria. “Si tratta del secondo porto europeo dopo Amsterdam – ha spiegato il direttore generale del gruppo Sirci, Stefano Pisoni -. Spostare la produzione in loco avrebbe il vantaggio non solo di servire meglio via terra le aree meridionali (Sicilia e Calabria in particolare), ma anche quello di poter sfruttare vie marittime che consentono di raggiungere i diversi mercati nel Mediterraneo”.