Sono passati 27 anni da quel 26 settembre 1997 che abbiamo ancora tutti negli occhi e nel cuore. Due scosse fortissime misero in ginocchio la nostra terra e le vicine Marche. Assisi fu una delle città che pagò un prezzo altissimo in termini di vittime e di danni al patrimonio artistico, tra cui il crollo della volta della Basilica superiore di San Francesco sotto le cui macerie persero la vita due frati e due tecnici che stavano verificando le conseguenze della prima scossa avvenuta nella notte: le immagini terribili di quel momento sono sempre davanti a noi. “Oggi, come sempre, è doveroso – scrive il sindaco Stefania Proietti – ricordare quei momenti tragici che colpirono al cuore la nostra città. Ancora è vivo il ricordo di quei terribili momenti, e coltivare la memoria di quanto accaduto è un segno di rispetto e un valore da trasferire alle nuove generazioni e oltre a a questo va raccontata la forza della ripresa, la capacità di rimarginare le ferite inferte al patrimonio artistico e immobiliare”. “Dopo quel sisma, la nostra regione diventò più sicura – aggiunge il sindaco – perché la ricostruzione avvenne con efficacia e in tempi rapidi, si parlò allora del ‘modello Umbria’, tanto è vero che per esempio la Basilica di San Francesco riaprì due anni dopo le scosse”. Come ogni anno l’amministrazione comunale ha partecipato nel pomeriggio alla celebrazione eucaristica, durante la novena di preparazione alla festa del 4 ottobre, in memoria delle vittime del terremoto di 27 anni fa.