È rivolto a pazienti oncologici il progetto "Speed Care", avviato in via sperimentale all'ospedale di Città di Castello grazie alla sinergia tra il servizio farmaceutico e l'ambulatorio di oncologia medica del presidio tifernate. Presentato dalla Usl Umbria 1 nella sede di via Guerra, a Perugia, consente di "ottimizzare il percorso di cura dei pazienti oncologici con formulazioni a rapida somministrazione" grazie "all'innovazione dei farmaci e nuove modalità di somministrazione". Nello specifico, ha spiegato il direttore Emanuele Ciotti, direttore generale Usl Umbria 1, "in 15 minuti possiamo somministrare e chiudere il ciclo di terapia". Nel percorso Speed Care, già avviato e che proseguirà fino alla fine dell'anno quando sarà fatta una valutazione complessiva, possono rientrare pazienti "secondo precisi criteri di inclusione". A stabilirli, il personale sanitario "in funzione della durata temporale del trattamento", ad esempio farmaci selezionati tra quelli a somministrazione sottocutanea o endovenosa inferiore a 30 minuti, in mono-somministrazione, senza premedicazione, e specifiche necessità del singolo caso clinico (pazienti fragili e cronici). Fra queste, rientra l'analisi del percorso avviato con la compilazione di indicatori di performance per misurare i vantaggi in termini di tempo, la misurazione del grado di soddisfazione dei pazienti e degli eventuali vantaggi in termini di costi diretti e indiretti. A spiegare i particolari del progetto, insieme al direttore Ciotti, Andrea Caprodossi (responsabile del servizio farmaceutico della Usl Umbria 1), Michele Montedoro (responsabile dell'ambulatorio di oncologia medica dell'ospedale di Città di Castello) e Alessandra Mariottini Sarti (dirigente medico del servizio farmaceutico della Usl Umbria 1). "La medicina si sposta verso il paziente", ha detto Caprodossi. Per Montedoro "in epoca di maggiore domanda" serve "pensare a come usare le innovazioni farmacologiche" definendo nuovi modelli gestionali. Proprio su questo aspetto si basa Speed Care, che dopo la sperimentazione e l'analisi del lavoro svolto potrebbe essere esteso ad altre realtà, come Gubbio e Gualdo Tadino, ma non solo. Intanto, con la prima fase, si punta a "migliorare la qualità gestionale dei pazienti nel day hospital oncologico, con tempistiche di accesso e uscita che mirano ad una permanenza limitata necessaria allo svolgimento delle terapie". Al centro del progetto sperimentale, è stato spiegato, oltre all'aderenza della terapia c'è l'abbattimento dei tempi di attesa "che porta ad un miglioramento della qualità della cura" per il paziente (e di chi lo accompagna), ma anche di lavoro per il personale sanitario coinvolto, unitamente al miglioramento della gestione degli spazi.