"San Francesco è andato in Terra Santa non con le armi, ma portando la parola pace. Tacciano le armi in Israele e Palestina, è l'ora di diventare più umani": è l'appello affidato all'ANSA dai frati minori della Custodia di Terra Santa di Montefalco, in Umbria, dove ha sede il centro di formazione italiano per avviarsi alla vita religiosa. Stasera, martedì 17, i padri Antonino Milazzo, Vincenzo Ianniello, Andrea Ingribello e Marcantonio Uras, aderendo alla giornata di digiuno e preghiera lanciata dal cardinale Pierbattista Pizzaballa, daranno vita assieme al vescovo di Spoleto monsignor Renato Boccardo, a una fiaccolata perché "anche dall'Umbria si possa alzare un grido di pace". Nel convento di Montefalco, padre Antonino e padre Vincenzo raccontano di ospitare ogni anno almeno una decina di aspiranti frati provenienti da ogni parte del mondo e quindi anche da quei luoghi che oggi tengono il mondo col fiato sospeso. Raccontano della loro missione e in particolare delle scuole che hanno in terra di Palestina e di Israele che "sono frequentate contemporaneamente da bambini cristiani, musicomani ed ebrei e non hanno alcuna difficoltà di coesistere e giocare assieme". "Tra gli scopi della nostra missione - sottolineano i frati - c'è proprio quello di favorite il dialogo interreligioso che con i bambini è facile perché non hanno la malizia e le ferite dei grandi". "Ma nelle nostre scuole - sottolineano i frati - convivono serenamente anche adulti provenienti da diverse estrazioni e culture. Per mettere fine alla guerra tra Israele e Palestina non c'è altra via che quella del dialogo che parte dal basso". L'attacco di Hamas a Israele "è stato del tutto inaspettato, anche se il malessere in quell'area si è sempre percepito". "Nel rispetto della nostra missione - sono 800 anni che siamo in Terra Santa - noi non ci schieriamo con gli uni o con gli altri, ma la nostra neutralità non è indifferenza: è la volontà di accompagnare questi popoli verso un futuro di pace", concludono i religiosi di Montefalco.