E’ stato quello di ieri il giorno dei funerali di Furio Brancaleoni, il barbiere eugubino ucciso giovedì sera. Il rito funebre si è tenuto nella chiesa di Semonte, alle 16, concelebrato in sincera commozione da don Armando Minelli, parroco della frazione alle porte di Gubbio, dove Brancaleoni ha vissuto tutta la vita e da don Pietro Benozzi, sacerdote di Madonna del Ponte, popolosa zona nella quale il barbiere ha lavorato per più di 50 anni. “Questa morte, per come è venuta, ci chiede tanto: misericordia e perdono – ha detto Don Armando nella liturgia -. Non è facile rifuggire l’odio, ma non è con questo sentimento che dobbiamo accompagnare Furio al cimitero”. E il parroco di Madonna del Ponte nella preghiera dei fedeli ha voluto difendere “un uomo che ha subito chiacchiere e accuse”, intendendo che non spetta all’uomo il giudizio, ma a Dio. E intanto sul fronte giudiziario procedono a 360° le indagini dei Carabinieri di Gubbio, guidati dal tenente Cosimo Petese, e coordinati dal Pm Giuseppe Petrazzini. E in attesa che venga reso noto il risultato dell’esame autoptico eseguito sabato scorso presso l’istituto di medicina legale di Perugia, e che si conoscano gli esiti dello stub - l’esame del guanto di paraffina- e della perizia sulla macchia di sangue trovata all’interno dell’abitazione di Luigi Battista, oggi il gip Nicla Restivo ha accordato al pm Petrazzini la richiesta di custodia cautelare in carcere del reo confesso, perché sussisterebbe il rischio di fuga o di reiterazione del reato. L’avvocato Ubaldo Minelli, penalista eugubino, legale del Battista, nei prossimi giorni procederà al ricorso al Tribunale della libertà, per chiedere in via primaria la scarcerazione del suo assistito e gli arresti domiciliari. Il Tribunale presumibilmente si pronuncerà a fine aprile.